SULMONA – Il ritrovamento di un opuscolo di tredici pagine, edito dalla tipografia dello stabilimento Rocco Carabba, datato 1893 e contenente il regolamento del convitto comunale Ovidio di Sulmona, dà modo all’autrice di ripercorrere la storia dell’istruzione scolastica a Sulmona dalla venuta dei Gesuiti all’istituzione formale del Collegio Ovidio e alla sua denominazione.
Infatti il livello di alfabetizzazione degli Abruzzi era, ai primi del Settecento, il più basso in Europa; il lascito di Francescantonio Sardi, finalizzato all’istituzione di un collegio ‘pro bona educatione iuventutis’, porrà le fondamenta dell’edificio che ancora oggi esiste, seppur ristrutturato dopo i terremoti, in piazza XX settembre, un tempo piazza delle scuole.
Attraverso alterne vicende, descritte nel breve saggio, si attraversano due secoli di tentativi per dare vita, all’indomani dell’Unificazione, ad una scuola più moderna ed efficiente.
Fu infatti il Decreto di Re Umberto I (n.27 del 5 gennaio 1893) a ratificare il collegio; il 30 marzo del 1893 ci fu l’intitolazione al celebre poeta cittadino.
Il provvedimento legislativo comportò la presenza di personale docente e ausiliario adeguati, discretamente retribuiti e sollevò le municipalità da pesanti aggravi.
Il documento è di grande interesse perché descrive minuziosamente il profilo di questa istituzione; si stabilisce l’andamento delle lezioni, la quota da pagare mensilmente, il corredo degli alunni, di età compresa tra i sette e i dodici anni, l’organigramma del personale.
Si ebbe, negli anni a seguire, un effettivo incremento dell’attività scolastica a Sulmona, con un aumento dell’affluenza degli alunni e dei licenziati annui. Fu quindi il primo passo verso un percorso di istruzione innovativo e proficuo.